La scorsa settimana, tra il 21 e il 23 febbraio, non te lo ricordi esattamente il giorno, come al solito anniversari e compleanni non fanno per te, hai festeggiato il tuo sesto anno da attivista rive gauche.
Attivista non perché tu abbia una qualche coscienza social-politica, tutt’altro.
Attivista perché da quella sera invernale in cui hai deciso di prendere per le palle la tua vita e provare a vedere dove saresti arrivato decidendo autonomamente cosa fosse giusto fare, senza sovrastrutture morali e comportamentali, qualcosa è radicalmente cambiato.
Hai fatto cose che se te le avessero dette 7 anni fa, mentre giravi per l’Australia occidentale ad annunciare la Buona Novella, che non è un inserto di un giornale di gossip ma un sinonimo di Vangelo, avresti detto che stavano parlando di qualcun altro, che erano matti.
La prima sera ti sei incontrato in Viale Angelico, vista del Cuppolone in fondo alla via (dettaglio consigliato da Batacchio Bianco per dare più enfasi al racconto) con un ragazzo del 1983.
Dovevano essere le nove e mezzo.
Lui era un vero cesso.
Forse la tua già definita avversione contro le calorie in eccesso, quella sera diventò mania.
Certo anche tu non avevi molto chiaro cosa volesse dire prendersi cura di se stessi.
Sotto il suo cappellino Yankee, lui timidamente ti chiese se conoscevi un posto tranquillo dove andare.
Se voleva, potevi indicargli una chiesa aperta 24h al giorno dove andarsi a confessare e andare a fare l’adorazione eucaristica, e non stai scherzando, la chiesa drug-store esiste e se qualcuno fosse interessato puoi dare i riferimenti, ma un posto dove appartarsi in macchina proprio non sapevi dove trovarlo in una zona centrale della capitale.
Quindi, di comune accordo, decideste di separarvi.
Era la prima volta che incontravi qualcuno.
C’eri rimasto male.
Tanta fatica per nulla.
Ma ormai stavi giocando e non poteva finire così.
Forse è per questo che non giochi d’azzardo, non sai fermarti.
Anni di pugnette su siti rive gauche sono serviti.
Hai detto: o stasera o mai più. Hai scelto la prima opzione.
Hai parcheggiato davanti.
Hai pagato con il cuore in gola.
E hai dato 25 euro invece che 10 e il commesso si è ben guardato dal dirti dell’errore.
Quando te ne sei accorto eri troppo imbarazzato per tornare su e chiedere i soldi che avrebbe dovuto ridarti.
Sei sceso.
Un’enorme vagina veniva penetrata da un mastodontico pene.
Non sei mai stato troppo interessato all’argomento. E comunque eri troppo in ansia per risvegliare i tuoi istinti.
Ti guardi in giro.
Vecchi bavosi.
E un ragazzo.
Avrà avuto 25 anni.
Lo segui nella toilette.
Che è un termine eufemistico per chiamare la zona dedicata ai bisogni primari.
Sarebbe stato il tuo primo bacio, il tuo primo rapporto sessuale, per quanto incompleto, il tuo primo orgasmo in compagnia di un ragazzo, con le gambe che tremavano dalla troppa eccitazione mista a paura.
Ma avevi preso in mano non solo il tuo primo batacchio ma anche la tua vita.
E tornando a casa hai bevuto più di un Vodka Lemon.
Per festeggiare e per cercare di sentirti più stabile.
[continua]
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