Uccelli morti e disidratazione

Un venerdì sera favolosamente favoloso, all’insegna di alcol e disidratazione.
Il tutto comincia con un mega festone con Lady L. e altri tuoi colleghi. Oltre alla Milano che conta e a tanto vippame (tra gli altri: Barbara D’Urso!!!).
Lady L. in realtà ti aveva promesso un mini abitino in paillettes che ti aveva fatto commuovere quasi quanto lo fece la puntata finale di Non è la Rai in cui Ambra piangeva mentre cantava in playback “T’Appartengo”. Poi, dopo che tu le hai detto “va che poi lunedì tutti parleranno del tuo outfit” lei ha rinunciato e ha optato per un più sobrio abitino anni’60.
Peccato, però, che non avevi considerato che il tuo outifit, che consideravi fin troppo sobrio per la scena Vogue, sia stato considerato “poco rassicurante” da parte dei tuoi colleghi. Dove per colleghi si intende, AD, CFO e DG. E dire che la matita te la sei messa in macchina perché ti sembrava fuori luogo per il festone “moltoMilano”.
Porca vacca, mentre tutti non facevano che dirti che non si aspettavano da te una tale presenza scenica, che fa anche piacere, pensavi anche che forse dovevi definitivamente rinunciare ai tuoi piani carrieristici e giocare al Superenalotto per far sì che il tuo piano di vita con il Dottorino potesse prendere vita.
Lasciato il super mega festone “moltoMilano”, comunque, sei arrivato al Vogue, in anticipo rispetto a Parrucca e AnimaGemella, mettendo quindi in pratica il tuo incubo maggiore.
Essere solo in un locale rive gauche.
Santa Vodka Lemon ha comunque permesso che il tuo senso di disagio e la tua urgenza di avere una pala per sotterrarti siano stati offuscati dai suoi fumi.
Del resto ne avevi bevute 3 prima di arrivare e ne hai trangugiato una quarta appena giunto.
Cioè, appena compreso di essere solo dentro il Vogue.
La serata è stata lunga e ti ha visto per l’ennesima volta senza rimorchi.
Anche se i tuoi ormoni si sono un po’ risvegliati, pare che non ti piaccia nessuno.
O che quelli che ti piacciono sono fidanzati.
Oppure te li sei già fatti.
Che poi non è vero che non hai rimorchiato.
Semplicemente non hai consumato.
Ad esempio, c’era uno molto carino.
Sale sul palco, ti fissa.
Tu lo fissi.
AnimaGemella ti dice che ti ha evidentemente puntato.
Tu pensi che non hai voglia di esporti.
Ma poi pensi che è carino e ne vale la pena, magari potresti tornare a casa in compagnia.
Quindi, dopo altri sguardi e un po’ di ballo vicini, decidi di usare una delle tue vecchie tattiche.
Partire dall’alcol per arrivare alla lingua.
Aveva in mano un bicchiere con del liquido che poteva essere Vodka o Gin.
Sapendo che avresti potuto tollerare di bere entrambe le cose, chiedi “Cosa bevi?”
Lui ti guarda.
E secco ti risponde: “Acqua”.
Ora, a parte che erano solo le 3 e quindi non è ancora ammesso bere acqua per reidratarsi, ma che sfigato sei?
Cioè, sei riuscito a beccare l’unico essere all’interno del Vogue che balla sul palco con dell’acqua in mano al posto di un superalcolico.
Ovviamente la conversazione non poteva che finire lì.
Cosa gli dicevi? Fammene bere un po’? Te l’hanno fatto forte o leggero?
Hai preferito la ritirata, anche alla luce del fatto che lui non era stato esattamente amichevole.
Che poi te lo chiedi sempre.
Ma come cavolo si approccia?
Non è che puoi andare lì e chiedere “come ti chiami?”.
Era una roba da sfigati anche all’oratorio.
Nè puoi dire “sai che sei carino?”
Perché questo era sfigato alle scuole medie.
E nemmeno puoi partire diretto con la lingua.
Questo perché ormai conosci troppa gente e un eventuale rifiuto plateale sarebbe una problematica sociale troppo complessa da gestire.
Ad ogni modo, la seconda scena splendida della serata è stata quando un tale che evidentemente conoscono tutti tranne te (ma questa non è una novità) e che definiva il suo prossimo outfit per il Plastic come “medieval bitch” (eh????) ti si è avvicinato sul palco.
Anche lui a tema con la serata dark, aveva un uccello morto, splendido by the way, sulla camicia.
Però, come dire, non era il tuo tipo.
Ora tu non sei proprio una figa di legno e odi quelli che guardano altrove quando tu ci stai provando.
Ad ogni modo dovevi liberartene in modo smart, senza contare che tra che lui non ti piaceva molto, tra che eri in fase calante di alcol, tra che alla fine tu vai al Vogue più per divertirti che per rimorchiare (o è solo un modo per giustificare il fatto che non rimorchi?), non eri nemmeno nel mood “basta-che-respiri“.
Vista la sua insistenza e vista la sua zona sud che continuava ad accrescersi, hai detto una frase di quelle da manuale, di quelle giuste al momento giusto, che ti chiedi sempre perché ti vengano in mente dopo.
“Tieni l’uccello vivo nelle mutande”.
Che se qualcuno te lo avesse detto a te, lo avresti odiato per il rifiuto ma lo avresti amato per la sfacciataggine.
Santa Vodka Lemon II.
Quindi nella speranza che prima o poi ti capiterà anche uno talmente brutto a cui a dire “Complimenti per il Coraggio” (o “Congratulation for the courage” nel caso capitasse all’estero), questo è stato per te un momento esaltante.
Ancora non avevi finito di pronunciare la parola “mutande” che già stavi pregando dio, o chi per lui, che Santa Vodka Lemon ti permettesse di ricordartelo questa mattina.
Ad ogni modo, l’acqua è stato l’elemento simbolo della serata.
Perché la primavera non solo ti ha risvegliato l’ormone (appena sveglio oggi eri una furia) ma anche un problema di sudorazione.
No, non puzzavi.
Solo che quando balli è come se facessi la sauna.
Senza però dimagrire nemmeno di un etto.
Mentre facevate la chiusura del Vogue eri praticamente una prugna secca.
O, paragone più fittante (che parola orrenda) vista la tua stazza, una balena spiaggiata.
Dovevi avere un’aria così disperata che la ragazza del guardaroba ti ha regalato la sua bottiglietta.
E dopo aver pensato “chi la conosce, chissà quanti batteri ha”, hai bevuto mezzo litro in 10 secondi.
Roba che potrebbe voler dire due cose.
La prima ipotesi è che la tua ipocondria è completamente superata.
La seconda è che non avevi un’aria disperata.
Eri disperato.
E hanno avuto pietà di te.
Tra l’altro, se non fai attenzione, a forza di perdere acqua, non terrai fede alla promessa di morire al Plastic (a cui aggiungi la richiesta di vedere le tue ceneri sparse per il Bordello).
Finirai per morire.
E basta.
Pubblicità

Una replica a “Uccelli morti e disidratazione”

  1. Prima quello che non limona, poi quello che beve acqua. Il prossimo con cui attacchi bottone sarà uno che va via a mezzanotte perché viene suo padre a prenderlo.

    "Mi piace"

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un’icona per effettuare l’accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s…

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: