Maledette siano le coppie.
Soprattutto quelle rive-gauche.
Nauseabonde. Come lo yogurt dopo il Vodka Lemon.
Urticanti. Come dell’ortica sfregata sul batacchio.
Fastidiose. Come un tarzanello rimasto felicemente appeso.
(e il più delle volte anche instabili. Come la centrale nucleare in Giappone).
Deve succedere qualcosa alle persone che si accoppiano.
Sviluppano sintomi tanto preoccupanti quanto comuni a tutti.
Persone che fino a pochi giorni prima mostravano una paranormalità comportamentale, iniziano, ad esempio, ad identificare se stessi con il pronome “Noi”.
E non perché si credono così importanti da usare un plurale majestatis.
Nemmeno perché, colti da un attacco di schizzofrenia, di colpo si credono in compagnia di Lady Gaga.
No.
Ribaltano la parola “io”, aggiungono una “N” prima e di colpo non conoscono più la prima persona singolare.
E noi facciamo questo, e noi andiamo lì, e noi partiamo, e noi non ci siamo.
Più che ad una coppia, ti sembra di essere davanti a gente spersonalizzata.
Tipo i seguaci di Scientology.
Altro sintomo che colpisce la coppia riguarda la perdida della facoltà di battere le proprie falangette sulla tastiera del pc.
E quindi quando viene mandata una di quelle maledette mail cumulative a tutto il mondo e tutti rispondono a tutti – il che è già abbastanza urticante di per se – per le coppie risponde uno solo per entrambi.
Ma non firmando “Tizio&Caio”.
No no.
Proprio rispondendo per due.
Ma cos’è?
L’altro c’ha ‘na cancrena alle dita dovuta al troppo zucchero che circola nelle vene?
Ultimo (ma non ultimo) sintomo preoccupante della vita di coppia sono i mugulii che vengono fatti al telefono da un componente della coppia quando parla dell’altro (con il corrispettivo “occhi al cielo” quando ci si parla di persona).
Evidentemente anche la capacità locutoria subisce una regressione – dovuta al fruttosio – e riporta le persone innamorate ad uno stadio pre-scolare.
Tutto un “gnegnè”, “mmmm”, “pisipisi”.
Una comunicazione talmente onomatopeica da far pensare che la prossima volta che verrai invitato fuori a cena, ti verrà chiesto di andare a “gnam-gnam-are fuori”.
Insomma, per sopravvivere all’ondata di quasi trentenni fidanzati da tempo o all’inizio di una relazione (ogni riferimento al Dottorino e a Plasil è puramente casuale, lo giuri – ma incrociando le dita), praticamente bisogna sviluppare degli anticorpi ad hoc contro gli occhi a cuoricino e bere tanto Vodka Lemon.
Perché tu sarai anche una checca acida (cit. il Vicino), ma loro sono proprio stomachevoli.
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