E’ un periodo incasinato, senza dubbio.
Tanto è vero che il tempo per scrivere le tue riflessioni qui si fa sempre inferiore, tra lavoro, crisi di panico e social life che risucchia le ultime energie rimaste.
Ma il teorema del Calzino Bucato non potevi mancarlo, nemmeno se ti costasse 1h in meno di sonno.
Il teorema del Calzino Bucato è presto spiegato.
Una sera decidi di incontrare un tuo (scop)amico, di quelli da divertimento assicurato e poche chiacchiere – dio o chi per lui benedica questa gente – e, non curante del tuo aspetto fisico e del tuo outfit (tanto vi conoscete già, chi se ne frega), indossi i calzini che avevi la mattina.
Calzini che hanno un buco.
Una voragine a dir il vero.
Però, ti dici, alla fine basta fare un movimento plastico mentre ti spogli e un altro movimento plastico quando ti rivesti e non si accorgerà di un elemento così poco sexy da farlo ammosciare a Rocco Siffredi – e già pensare che tu possa fare un movimento plastico dovrebbe farti capire il tuo stato psichiatrico, figuriamoci due in una sola sera.
Quindi per la pigrizia di cercare due calzini appaiati nel tuo disordine esci così.
Arrivi a destinazione e il primo movimento plastico avviene miracolosamente indenne.
Mentre il tuo amico prende da bere a dir il vero.
Nascondi quindi il calzino nella Converse.
Bevete e vi divertite un po’.
Il teorema del calzino bucato entra ora nel vivo.
Infatti, la regola del Calzino recita che se tu, dopo esserti salvato una prima volta, hai l’opportunità, raggiunta la gioia, di infilare il calzino bucato mentre il tuo amico è in bagno a sciacquarsi il batacchio, il tuo karma farà sì che, non solo in 2 minuti non riuscirai ad infilare entrambi i calzini+pantaloni+scarpe, ma che il tuo amico ritorni in camera da letto mentre tu stai infilando il calzino bucato.
E se già questo non fosse abbastanza imbarazzante, la sua prospettiva eretta – fisicamente parlando – farà sì che abbia una perfetta visuale sul cratere posto intorno al tallone.
Questo teorema non solo trova la sua attuazione pratica ogni qual volta indossi dei calzini bucati prima di un incontro bunga bunga – e, a dir il vero, sarebbe sufficiente buttare i calzini bucati ma sei in attesa che mammà te ne porti di nuovi perché a te spendere soldi per i calzini ti dà fastidio – ma ha anche una attuazione metaforica.
Così tradotta.
Se dopo 6 mesi di singletudine, un’agenda fitta di appuntamenti ad alto tasso erotico e una sola frequentazione finita male perché non ti era chiaro che il tipo ti stesse frequentando in maniera esclusiva, quando decidi che forse è il caso di darsi un’opportunità per voltare pagina e bla bla bla tutte le cavolate che ti dice il Dottorino innamorato, ossia quando decidi di correre il rischio di farti beccare con il calzino bucato, cosa succede?
Succede che dopo aver chattato per giorni e dopo che al momento buono di conoscersi lui sparisce (ma fin qui nulla di nuovo che non ti sia già capitato), quando vi rincontrate su Skype e capite che le vostre agende non collimano per le prossime 3 settimane, proponi una via di mezzo (vedersi al Kitsh), capisci che non solo hai indossato un calzino bucato, ma che il buco è talmente grosso da far fare capolino all’alluce: il tipo, infatti, vive in un’altra città.
Ora è evidente che tra calzini reali e buchi metaforici, qualcuno deve averti fatto una macumba.
Per farti restare single. E nel breve anche senza scopamici.
Non ti resta così che bere del Vodka Lemon, nella speranza che possa dare una ragione al tuo terribile mal di testa e rompere l’incantesimo.
E tu tornare ad essere una bella principessa sul cavallo bianco, accompagnato dal tuo principe azzurro in calzamaglie.
No, ok, questa immagine fa vomitare anche te.
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