Il principe e il povero


Nell’attesa che il Dottorino arrivi in quel di Mykonos e con l’obiettivo di evitare una crisi di panico causa mancanza di punti di riferimento visivi – il tuo pseudo albergo è in una strada uguale almeno ad altre tre e senza un nome specifico, ovviamente va poi aggiunto che non sei così ricco da permetterti il roaming dati e quindi addio mappe di google – in questo contesto rifletti sulla situazione sentimentale che ti sei lasciato alle spalle.

Ci rifletti solo, sia chiaro, perché da quando il Dottorino si paleserà a tenerti la mano e ad allungarti del Lexotan in caso di panico, tutti i tuoi sforzi saranno destinati a conquistare il maggior numero di batacchi possibili.
Cioè, sarebbe sufficiente maggiore di 0, viste le ultime traversie in quel di Torre del Lago dove tutto hai fatto, compreso cadere sul dance floor ed essere deriso per la tua pancia enorme e rossa, fuorché mostrare i gioielli di cui mamma e papà ti hanno dotato alla nascita.

Detto questo ti sei trovato, finito il primo dei quattro libri che avevi con te, a rimirare il mare che si rompeva sugli scogli di Little Venice – che la proprietaria del tuo pseudo albergo dava come una delle attrazioni locali – mentre un vento caldo e pregno di salsedine ti riempiva le narici.
(Questo quadretto è credibile tanto quanto tu che fai l’uncinetto per il figlio in arrivo di qualche amico ma serve a darti un’aria romantica, intellettuale e maledetta).

Questo poetico setting nel quale cercavi di dimenticare il fatto di essere solo in un posto che non conosci e quindi cercando di evitare attacchi di panico, hai fatto una disamina dei due attuali pretendenti – da te selezionati non autocandidatisi, sia chiaro – al ruolo di futuro principe azzurro e uomo della tua vita.

Il primo abita dietro casa tua ma vive coi suoi.
Il secondo abita da qualche parte sperduto nella provincia che l’iPhone ad un certo punto ti ha mandato una notifica con scritto “sono un telefono da upperclass non ti do le indicazioni per andare nella periferia della provincia milanese”

Uno ha un lavoro di successo, tanto quanto il tuo.
L’altro è il penultimo anello della catena alimentare nel suo lavoro.
Anche se ti è stato riferito da altri.

Uno ti ha abbandonato a metà seduta sessuale lasciandoti col batacchio svettante.
L’altro ti ha fatto raggiungere una gioia davvero gioiosa e anche un po’ porcella.

Uno indossa degli orribili mocassini tipo quelli che tua madre, facendo leva sulla tua innata pigrizia, ti ha fatto indossare per anni fino a che tu alla tenera età di 14 anni, in pieno agosto, non hai preteso delle timberland, quelle a scarponcino gialle col risvolto marrone che andavano all’inizio degli anni novanta.
L’altro vestito devi ammettere di non averlo mai visto. Però le mutande che indossava, stile calzini di Gallo, erano molto sexy.

Il primo ha una proprietà di linguaggio e una capacità di fare conversazione, con delle splendide punte di acidità, che lo rendono molto interessante. 
Il secondo ha la zeppola e ha delle uscite vocali troppo acute. Oltre ad un accento terrone che sui rive gauche suona peggio che sulle donne.

Uno è sfrontato e ti fa capire che sa guidare i giochi. E tu diresti “ah finalmente il momento in cui non sei tu per forza a dover tenere tutto sotto controllo”. Salvo poi prevedere incazzatura e panico per scelte che non rispecchiano il tuo modo di pensare. Che oggettivamente rasenta la perfezione.
L’altro è dolce e ha capito che con te bisogna andarci piano. Se non altro perché dopo la gioia gli hai detto che avresti voluto fare la doccia ma odi quando lo fanno a casa tua e quindi non l’hai fatta. Poi gli hai dato un bacio, scusandoti immediatamente dopo in quanto è noto che nella batacchioquette non si usa baciare gli sconosciuti dopo la gioia (e anche sulla strada per il suo raggiungimento è sconsigliabile). E infine mentre faceva pipì ti sei rivestito velocemente, farfugliando cose senza senso quando lui ti ha chiesto il perché lo stessi facendo. Ecco se uno ha assistito a tutto questo e vuole rivederti, o è pazzo o probabilmente è l’uomo della tua vita. 

Uno è ricco, socialmente inserito e sulla carta è perfetto per essere portato ad una cena di lavoro.
L’altro o ha pessimo gusto o più probabilmente ha uno stipendio più umano con tutti i limiti che ne comporta.

Entrambi si sono dimostrati interessati all’articolo.
La domanda quindi è: sarà il principe o sarà il povero a prendere possesso del tuo cuore, almeno in prova?

Dal momento che non sai rispondere e che al momento non puoi fare una seconda uscita con nessuno dei due – a distinguerti da un tronista di Uomini&Donne solo i muscoli, una laurea e un lavoro vero, per il resto ci sei- decidi che sia meglio fare dell’altro.
Ossia trovare del batacchio straniero a Mykonos.
Sperando di non tornare con un terzo papabile uomo della tua vita.
In prova per settembre e ottobre, sia chiaro.

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