Questioni di galateo


Ora non è che tu voglia fare la Parodi della situazione – Cristina, non Benedetta, visto che riesci anche a bruciare un uovo al tegamino – ma anche nella vita rive gauche deve essere rispettato un minimo di galateo e di bon ton.

Il caso tipico è quando qualcuno ti saluta sbracciandosi e tu non hai la più vaga idea di chi possa essere.
In tal caso bisogna fare un enorme sorriso, schioccare un bacio e lanciarlo nell’aria, sperando che i tuoi occhi non ti tradiscano.
Questo perché:
  • A) potresti averci avuto degli incontri intimi e non ricordartente
  • B) potrebbe essere qualche strampalato amico di Mata Hari che ti saluta a mezza bocca – solo perché sei così vicino che non è possibile ignorarti – e che tu hai voluto dimenticarlo per sopravvivere avendo ancora fiducia nel genere umano
  • C) potrebbe essere qualcuno della “vita vera” che decontestualizzato non riesci a capire chi sia ma che il lunedì successivo potresti incontrare nella prima riunione della settimana
Prendiamo poi il caso del “facciamo-finta-di-non-conoscerci-perché-sono-una-fidanzata-fedifraga” ovvero come comportarsi se rincontri qualcuno con cui hai fatto ginnastica e che ti ha chiesto massima discrezione vista la sua relazione stabile con approccio ballerino.
Posto che non sta proprio bene, in caso di incontro, entrare nel locale e urlargli: “c’è il tuo fidanzato qui? Perché il tetto è basso e potrebbe non passare”, a tuo modesto avviso, però, il minimo sindacale è uno sguardo veloce negli occhi.
Che vuol dire: “uhm sì ricordiamoci che non ci siamo mai visti prima di ora”.
Ed è il minimo.
Poi se conosciamo gente in comune si può iniziare a fare conversazione.
Ma non esiste al mondo che la fedifraga sia in compagnia di gente che conosci e che saluti e manco ti si degni di uno sguardo.
Perché, ehi amiga, è evidente che ci siamo visti.
E per il fatto di far proprio finta di nulla, dopo che ti sei fatto rivoltare come manco i panni sporchi durante la centrifuga, ti meriteresti che ti venisse chiesto davanti a tutto se sei intenzionato a fare un giro anche sull’asciugatrice.
Veniamo poi il caso di sei-lo-scarto-delle-sei-del-mattino-vedi-di-tirartela-di-meno ovvero di quando per disperazione e ormoni in subbuglio che manco quando avevi 12 anni e ti facevi 14 pugnette al giorno, l’unica cosa che conta è che respiri, che sia magro, difensore e sotto i 25 anni.
Ecco, in questo caso, se hai pure la testa sproporzionata rispetto al corpo e ti trucchi peggio di quanto faccia chi sta scrivendo in questo momento, fare la preziosa dopo aver limonato proprio è un comportamento da cafoni.
Perché, chiariamoci, ti si è valutato come ripiego visto che i precedenti tre hanno avuto meglio da fare tra seghe mentali, fidanzati immaginari e ansia da prestazione (la tua in questo caso, ma sorvoliamo sulle tue debacle mattutine).
E quindi faresti meglio a non tirare il sasso e poi nascondere le mani.
Nelle mutande del sottoscritto, tra l’altro.
Perché tutto questo farebbe diventare bionda pure la povera Cristina Parodi.
Ecco, tu non vuoi certo ergerti a nuova Cristina Parodi del mondo rive gauche.
Ma vorresti tanto farle uno squillo per venire a tenere un seminario di bon ton.
Perché tra gente che annega nel vomito, tra gente che ti versa metà del proprio drink nella camicia costringendoti a mostrare la pancia e a rinunciare al rimorchio da qui all’eternità e gente che si comporta come nei due casi sopra elencati, al prossimo che fa un numero del genere, è matematico che tiri i capelli.
Fino a staccare le extension.
Ah, ogni riferimento a fatti realmente accaduti e/o a persone realmente esistenti è puramente casuale.
Casualissimo.
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