L’altra sera parlavi con uno dei tuoi amichetti della Brenda Generation e ti sei reso conto che quando lui era alla scuola materna, tu già avevi i primi approcci con le chat, quando le foto si mandavano via mail e, se avevano le cam, non riuscivi mai a capire se quella roba enorme era un colibrì gigante o un pixel dato dalla connessione a 56k.
Ora, è anche vero che quando tu ti facevi la prima canna, lui probabilmente faceva la sua prima cacca e questo dovrebbe farti desistere dal continuare a relazionarti con gente nata dopo la caduta del Muro di Berlino, ma la ragione per cui lo racconti è per dimostrare che hai una certa esperienza in materia di chat.
E una delle cose più importanti che hai imparato, a tue spese (salate come l’estratto conto della carta dopo le svendite), è che non è il cuore ad essere ingannevole più di ogni altra cosa, bensì le conoscenze in chat.
Lo hai capito fin dal 2003, quando hai chattato per mesi con un fan della tua “cantantessa” preferita.
All’epoca non c’era mica Whatsapp e praticamente hai speso in telefono e internet più o meno quanto hai speso per l’anticipo del mutuo tre anni fa.
Quando finalmente fu il momento di coronare il vostro sogno d’amore, lui si presentò a Roma.
E lo coronò con un altro fanatico della stessa artista (tu gli hai reso pan per focaccia, facendoti il suo fidanzato, ma questa è una storia che risponde alla voce “Catfight tra uominisessuali”).
Senza poi dimenticare quello del treno con cui hai chattato per un mese e mezzo in tempi molto più recenti e poi al momento buono ti ha detto che “non c’era stato lo scatto”.
No, effettivamente non c’era lo scatto alla risposta, visto che hai una tariffa flat da anni, proprio per non continuare ad investire in costose relazioni immaginarie telefoniche.
Ma il premio lo vince la tua amica Stylist.
Dopo essere stata sedotta per giorni dal suo bello, con scambi di diapositive scabrose e poco edificanti, quando si sono conosciuti finalmente dal vivo, lui le dice: “scusa ma non sei il mio tipo. Però ti offro una pizza per farmi perdonare”.
Quindi ovviamente con questa esperienza alle spalle invece di applicare la filosofia del “Plan Direct”, per dirla alla francese, che insieme all’orgasmo, spegne ogni forma di fasullo romanticismo, quello che ti capita ultimamente è proprio di continuare a chattare all’infinito con potenziali fidanzati perché o loro sono in giro perennemente come manco la zingara della Zanicchi o perché decidono di farti la corte in momenti in cui tu proprio non hai tempo nemmeno per comprare l’ennesima maglietta nera extralarge su Asos, figurarsi per uscire a bere una roba.
L’importante è tenere a mente tre piccole cose per non farsi spezzare il cuore ancor prima di averli conosciuti:
1) tutti sembrano dei poeti e dei parenti di Mr Big, pronti a farti vivere la storia della tua vita, ma poi quando li conosci quello che ti offrono è un Big Mac o poco più.
2) c’è chi usa compulsivamente i cuori – un po come tu usi le faccine vecchio stile – ma questo non vuol dire che siano già innamorati te, quindi nessun bisogno di chiamare il wedding planner (e subito dopo lo psichiatra per il Lexotan).
3) ricordarsi che non è che se fanno la faccia che ride ad ogni cosa che scrivi, vuol dire che sei di colpo diventato la nuova Sconsolata, pronta per Zelig, un paio di cinepanettoni, un flirt importante da raccontare a Pomeriggio5 e per un tour estivo nelle piazze dei peggiori paesi della Calabria.
Con questo in mente, non ti tiri indietro e se serve chattare, chatti.
Vorrai mica perdere l’uomo della tua vita perché non hai voluto fare il brillante su Whatsapp, no?
Tanto, come dice sempre la mamma di Utero di Riserva, chi è nato per te, nessuno te lo toglie.
L’importante è che nell’attesa non sia già accoppiato con un altro.
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