A volte capita.
E dopo un primo appuntamento, se così si può chiamare un incontro più o meno esplicitamente finalizzato allo zin zin, c’è qualche folle che, addirittura di sua spontanea volontà, ti chiede di rivedervi – di sua spontanea volontà, perché il più delle volte praticamente se c’è una seconda volta è sotto ricatto, coercizione o per velate minacce, roba che Totò Riina spostati e fai largo.
Ovviamente davanti ad un evento tanto inusuale, vai in tilt come uno di quei vecchi flipper vintage con cui voleva farti giocare tuo padre al posto delle Barbie ma che, nonostante palle e pali su cui farle correre, non sei mai stato bravo a maneggiare, continuando a preferirgli i deliziosi vestitini che facevi indossare alle tue bambole preferite mentre le facevi giocare ad essere delle ragazze di Non è La Rai.
Ecco quindi le quattro situazioni con cui naufragano i tuoi secondi appuntamenti e fanno in modo che il terzo non ci sia.
- Invece di pensare a come organizzare il vostro secondo appuntamento entri in un loop totale per capire come chiedergli il terzo. E se forse, essendo quasi luglio, non sia il caso di chiedergli cosa fa per le vacanze, perché tu hai ancora dei giorni di vacanza e non vorresti essere troppo frettoloso e prenotare senza di lui, visto che di sicuro si prospetta un’estate di Sole, Cuore, Amore che manco Valeria Rossi poteva immaginarsi. Ecco, in questi casi c’è sempre qualcosa che va storta, perché mediamente a mezz’ora dal l’appuntamento il cane ha la diarrea, devono improvvisamente lavorare o sono troppo stanchi dal lavoro che hanno fatto (non si capisce quando, visto che hanno chattato con te su Whatsapp fino a tre minuti prima).E ovviamente non solo non li vedi la sera dell’appuntamento ma non si presenteranno mai più.*
- C’è qualcuno che, percependo il tuo odore da single disperato – tipico dei poco più che trentenni sotto stress per questa storia dei matrimoni gay – ci tiene a mettere in chiaro le cose, cioè che per il momento niente relazioni. Solo tanto divertimento.Ma ovvio, anche per te è così. Del resto mica stavi facendo spazio nell’armadio, cercando di capire quanto costa andare a sposarsi alle Hawaii e contattando Enzo Miccio per fare da wedding planner.
E quindi, in un batter d’occhio, anzi di messaggi, cerchi di vestire la Gemma di Uomini&Donne che sei con la maschera di Brooke Logan, la gheparda più longeva che tu conosca.
Risultando credibile come Solange quando dice di essere sposato con figli, tra l’altro.*
- Ti stai preparando per il famigerato incontro, nel caso in cui il pretendente non sia fuggito dopo il punto 1 o il punto 2.
E siccome non è carino farsi trovare come una adolescente che non si è fatta i peli delle gambe, stai cercando di sistemare il pratino in modo da far sembrare la foresta irta e riccia che esplode sotto gli orribili boxer che tua madre ti ha comprato al mercatino (per tre pezzi 10 mila – sì, sono ancora quelli dell’epoca della lira) più ordinata e accogliente.
Ed ecco il dramma: prima di raggiungere l’età in cui Cristo è diventato un illusionista tipo David Copperfild e ancora prima della terza età gay – ossia quell’età dopo la quale i filtri di Grindr ti bannano come se avessi messo una foto troppo hot: i 35 anni – mentre fai un’accurata opera di giardinaggio, ecco una serie di peli pubici non neri.
Che non vuol dire “bianchi”, sia chiaro.
Probabilmente sono biondi, come le sopracciglia (e poco importa se secondo uno dei tuoi amanti del 1994 anche quelle erano bianche, sono bionde, d’accordo?)
Per di più, tu da bambino eri più biondo e con il mare si schiariscono ancora i peli delle braccia.
Deve essere quello.
Per forza.
Anche perché sapere di essere diventato un po’ troppo adulto lì sotto prima di aver trovato marito, è praticamente come dare un Tavor all’uccello e decretare la totale morte dei sensi, che manco Berlusconi quando ha tolto la prostata.*
- Se nonostante i primi tre punti, il malacapitato è ancora lì, vuol dire che avrà la fortuna di vedere quanto lo desideri: cucini per lui.
In un mondo di omosessuali che si divide tra quelli che fanno i fashion blogger e quelli che fanno i food blogger, non è permesso non sapersi vestire (e qui hai fatto del nero la tua scelta di vita, giusto per non sbagliare gli abbinamenti) e non saper cucinare.
Come ovviare al problema che per te è un dramma fare anche un uovo in tegamino? Facile, scongeli le provviste che Madre ti ha lasciato per i periodi di siccità, carestia, povertà e solitudine.
E ti lanci in un pollo alla panna.
Peccato, hai scoperto con l’ultimo di cui eri perdutamente e momentaneamente innamorato, che il pollo che hai scongelato era quello sbagliato (aveva uno strano sughetto).
E che era pure crudo.
Dunque immangiabile, anche con la panna.
Per fortuna avevi fatto la pasta.
Peccato non averla salata.
Insomma, per te il secondo appuntamento sembra essere più tragico del primo.
Del resto per il primo è sufficiente una foto con una buona prospettiva che ti fa sembrare fisicato e affetto da elefantiasi, ed è fatta.
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