Non è la Rai ha delle grandi responsabilità sociali che a distanza di anni ancora non accennano a sparire (e Facebook ha svariate pagine celebrative con contenuti da farti urlare come una teenager ormonella alla vista dei BackStreet Boys – tra le varie, consigli quella di Marko23v che trasuda vera passione).
Tornando alle responsabilità sociali, la prima è aver reso di tendenza la ciniglia negli anni ’90. E ora che siamo tutti così novantastalgici c’è chi ha ben pensato di riproporla.
La seconda è il ballo della Tarantola, da non scambiare con la Taranta. Il Ballo della Tarantola è un modo di ballare facendo coreografie improbabili e muovendo braccia e gambe come se le avesse morse una tarantola. Ecco, vorrei chiedere i danni a Boncompagni perché io sono anni che continuo a ballare così nei locali, dotato tra l’altro della grazia di un elefante. Insomma, vorrei dei danni morali per distruzione della reputazione.
Terza ed ultima responsabilità è stata quella di formare il gusto musicale di molti ragazzi nati negli anni ’80 e cresciuti negli anni ’90: accanto ai grandi cantautori italiani che ascoltavano i genitori e ai nuovi mostri sacri della musica (che non ascoltavo e quindi non saprei citare), le ragazze di Non è la Rai hanno impresso nella loro mente degli assoluti capolavori della musica italiana e non, proprio grazie al programma.
Ecco quindi le 10 canzoni top che più hanno segnato l’adolescenza della mia generazione: la musica perfetta, che non si trova su Spotify, per affrontare il weekend.
- BOBO STEP
Al decimo posto si classifica Ilaria Galassi con Bobo Step. Non hai mai capito che cosa volesse dire la canzone ma la coreografia è così avanguardia che pare di vedere una puntata di RuPaul
- TIC TAC IL BALLO DEI MATTI
Al nono posto fanno capolino Laura Migliacci e Roberta Carrano con una canzone impegnata sui manicomi (forse).
- PEDRO
All’ottavo posto Roberta Ghinazzi (in arte Modigliani) che propone un successo di Raffaella Carrà sulla piaga del turismo sessuale a Santa Fè.
- BALLO BALLO
Al settimo posto si classifica Roberta Carrano in solitaria. Quando ho capito che è “saliva zero” e non “sali da zero” la canzone ha preso un altro significato.
- FATALITÀ
Sesto posto per Emanuela Panatta con Fatalità. Niente, ho sempre sognato di riuscire a muovere le braccia come nel balletto ma non c’è niente da fare, mi incastro prima della fine della coreografia.
- ROSSO
Vera canzone simbolo di Non è la Rai, al quinto posto ma vincitore morale di questa classifica, questo successo interplanetario inciso da Raffaella Carrà, portato al successo da Francesca Gollini e consacrato da Mina (e non è uno scherzo).
- RESPECT
Al quarto posto Pamela Petrarolo con una canzone pazzesca. Lei non era la più bella sicuramente e non era nemmeno un mostro di simpatia. Ma la voce e la presenza scenica per l’età che aveva, c’erano tutte.
- TUTTA TUA
Al terzo posto nuovamente Roberta Carrano e Laura Migliacci. Non credo ci sia nulla da aggiungere: questa canzone è un piccolo confetto di trash.
- TELE TELEFONARTI
È in assoluto la mia canzone preferita di Non è la Rai (ma essendo devoto ad Ambra non può avere il primo posto). Cantata da Francesca Gollini, quando conobbi la Carrà di persona mi disse che questa canzone la conoscevamo io e lei. Ecco, ascoltate un vero capolavoro.
- (AMBRA IS) THE BEST
Al vertice della classifica non poteva esserci che lei, l’immensa, unica, gigantesca Ambra. E non ho scelto T’Appartengo perché sarebbe veramente troppo scontato. No, per me la prima canzone è l’inno alla megalomania, anticipatrice di quelli che oggi con milletrentadue follower su LinkedIn si definiscono “Instagram Influencer”.
E qual è la vostra canzone preferita?
Tutti i contenuti video di questo post sono tratti dalla pagina Marko23v – The Best of Non è la Rai
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